giovedì 11 giugno 2015

Incontro con Georges Loinger_Comunità Ebraica di Torino

Il giorno 11 giugno, alle ore 18.30, si svolgerà la conferenza di Georges Loinger. 
L'iniziativa si terrà presso il Centro sociale della Comunità Ebraica di Torino, in piazzetta Primo Levi.
Leggendo il suo libro “L’odissée d’un résistant. Témoignage d’un centenaire, enfant d’Alsace” (L’odissea di un resistente. Testimonianza di un centenario, figlio d’Alsazia), ho trovato la narrazione di una vita incredibile, cosi come l’hanno trovata tutti coloro che hanno conosciuto la sua storia.
Georges Loinger, è un ebreo alsaziano insignito della Legion d’honneur a titolo militare, della medaglia della Resistenza francese, della croce di guerra con palma e della medaglia d’oro del ministero francese dell’educazione nazionale. 

Georges Loinger è anche autore di diversi libri, l’ultimo dei quali scritto nel 2003. 
Durante la guerra, scappato da un campo di prigionia in Germania e rientrato in Francia, ha salvato oltre 1000 bambini ebrei facendoli transitare in Svizzera.
Subito terminata la guerra Georges Loinger ha partecipato alla preparazione della nave Exodus e, successivamente, ha collaborato con lo Stato di Israele fin dai primi giorni dopo la proclamazione.
Nel corso della conferenza si parlerà pure degli importanti aiuti dati dagli italiani che occupavano la parte orientale della Francia agli ebrei rifugiati in quella regione.
Georges Loinger, che compirà 105 anni nel prossimo mese di agosto, viene apposta da Parigi per incontrare gli amici torinesi. 

Accogliamolo con entusiasmo e partecipiamo numerosi.

mercoledì 10 giugno 2015

Belzec e i resti dell’ex lager nazista: dopo le proteste, cancellata l’asta




L’ex  Kommandatur oggi e in una foto del 1942 con gli ufficiali delle SS (Ap) 
 L’ex Kommandatur oggi e in una foto del 1942 con gli ufficiali delle SS (Ap)
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La vendita all’asta da parte delle Ferrovie polacche di quel che rimane di una parte del campo di sterminio nazista di Belzec, dove furono uccisi centinaia di migliaia di uomini, in massima parte ebrei, è stata bloccata. La data era fissata per il 22 giugno prossimo: a 39mila euro sarebbe stato proposto al miglior offerente l’ex Kommandantur, il luogo da cui le SS gestivano l’organizzazione quotidiana del campo.
Annullata la gara lunedì
In una nota invece le stesse Ferrovie, PKP S.A., scrivono di aver annullato la gara lunedì «per mancanza di interesse. In accordo con il Museo di Stato di Majdanek e il comune di Belzec che penseranno ad una nuova destinazione d’uso per l’immobile in oggetto». Katarzyna Mazurkiewicz, portavoce delle Ferrovie, ha dichiarato che «PKP si impegneranno garantire che le proprietà che hanno un valore storico, vengano trasferite ai governi locali gratuitamente. Faremo ogni sforzo perché l’ex Kommandantur passi a un Museo o una Fondazione in conformità con la legge», ha concluso il funzionario.
Il successo della mobilitazione
La mobilitazione per salvare l’edificio ha avuto successo: lo stesso Corriere.it aveva dato notizia dell’asta e raccolto l’appello dell’ANED, l’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti: «Facciamo appello all’Unione Europea e in particolare a Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, perché sia impedito lo smantellamento di questo luogo di memoria». L’ANED ora commenta a caldo: «A tutti coloro che si sono mobilitati per la positiva conclusione di questa incresciosa vicenda va il pensiero grato degli ex-deportati nel lager nazisti. Questa è l’occasione per ribadire alle istituzioni internazionali, europee e mondiali, che quei luoghi di dolore nei quali si è consumato lo sterminio nazista siano tutelati dall’Unesco come ‘Patrimonio dell’Umanità’».
Anche la Fondazione tedesca “Bildungswerk Stanislaw Hantz e.V.” aveva organizzato una raccolta pubblica di fondi online per salvare e restaurare l’ex Kommandantur, ma non può acquisirne la proprietà per “ragioni formali”.
La storia del campo di sterminio
L’area del lager di Belzec fa parte del Memoriale di Majdanek. L’ex Kommandantur in questione non era interna al campo, ma subito all’esterno ed era la casa dove abitava il comandante e il luogo da cui le SS gestivano l’organizzazione quotidiana.
Aperto nel 1942, Belzec è il secondo campo di sterminio dei nazisti, dopo quello di Chelmno. Il lager di Belzec, pur essendo assai meno noto di tanti altri, fu tra i campi più micidiali dell’intero universo concentrazionario nazista come numero di vittime: 522.600 ebrei da marzo a dicembre ai quali si sommano 430 ebrei uccisi nei primi esperimenti di messa a morte e 1500 cattolici polacchi, quasi la metà rispetto al più tristemente famoso Auschwitz-Birkenau, ma in un tempo decisamente inferiore.
Fu il primo di tre famigerati campi di sterminio ad essere eretto nel profondo est nei territori occupati dai nazisti in Polonia, seguito dopo pochi mesi da Sobibór e da Treblinka, ai quali fece da modello. 

Fonte: Corriere della Sera_Esteri, articolo di Silvia Turin del 10 giugno 2015

domenica 7 giugno 2015

Appello: la Ue blocchi la vendita delle vestigia dell’ex lager nazista di Belzec

Il 22 giugno le Ferrovie Polacche metteranno in vendita a 39mila euro quel che rimane del campo di sterminio, l’ex Kommandantur. L’ANED: «Intervenga la Mogherini»

Il 22 giugno prossimo le Ferrovie Polacche metteranno in vendita quel che rimane del campo di sterminio nazista di Belzec, dove furono uccisi centinaia di migliaia di uomini, di donne e di bambini, in massima parte ebrei. Si tratta in particolare dell’ex Kommandantur, il luogo da cui le SS gestivano l’organizzazione quotidiana del campo. Sarà in vendita all’asta per 39mila euro, nonostante le richieste provenienti da diverse organizzazioni internazionali di salvare l’edificio e di affidarlo al non lontano Memoriale delle camere a gas.

L’appello dell’ANED
«La UE blocchi la vendita delle vestigia dell’ex campo di Belzec», è l’appello dell’ANED, che prosegue in una nota: «Gli ex deportati italiani nei campi nazisti fanno appello all’Unione Europea e in particolare a Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, perché sia impedito lo smantellamento di questo luogo di memoria. La Commissione europea deve intervenire immediatamente presso il governo polacco chiedendo di bloccare la vendita, e se necessario acquistando in prima persona, a nome di tutti i popoli d’Europa, un edificio che conserva la storia delle sofferenze causate dalla criminale politica di sterminio del nazismo». L’ANED ha dichiarato la propria determinazione a partecipare insieme ad altri all’asta del 22 giugno, stanziando fin d’ora una cifra congrua e impegnandosi a promuovere una sottoscrizione popolare a questo scopo.
L’ex Kommandantur oggi dal sito crowdfunding per la sua salvaguardia
L’ex Kommandantur oggi dal sito crowdfunding per la sua salvaguardia

La storia del campo di sterminio
Aperto nel 1942, Belzec è il secondo campo di sterminio dei nazisti, dopo quello di Chelmno. Il lager di Belzec, pur essendo assai meno noto di tanti altri, fu tra i campi più micidiali dell’intero universo concentrazionario nazista come numero di vittime: 522.600 ebrei da marzo a dicembre ai quali si sommano 430 ebrei uccisi nei primi esperimenti di messa a morte e 1500 cattolici polacchi, quasi la metà rispetto al più tristemente famoso Auschwitz-Birkenau, ma in un tempo decisamente inferiore.
Fu il primo di tre famigerati campi di sterminio ad essere eretto nel profondo est nei territori occupati dai nazisti in Polonia, seguito dopo pochi mesi da Sobibór e da Treblinka, ai quali fece da modello.
L’organizzazione del lager e le camere a gas
Non vi erano selezioni per il lavoro all’arrivo, né baracche per la detenzione dei prigionieri, né immatricolazioni, salvo per quelli della manovalanza del lager e lo smaltimento dei cadaveri; questo perché a Belzec si sterminavano i deportati arrivati nelle camere a gas. Le camere a gas erano azionate con motori a monossido di carbonio. Il comandante del lager per lo sterminio usava il monossido ricavato dagli scarichi di diesel di carrarmati russi presi sul Fronte orientale. Non vi erano neanche forni crematori e i cadaveri furono sepolti in decine e decine di fosse comuni.
Si calcola che solo sette prigionieri di Belzec fossero vivi alla fine del Secondo Conflitto Mondiale. Di questi sette Rudolf Reber e Chaim Hirszmann testimoniarono davanti ai giudici dei crimini commessi a Belzec.

 Fonte: Corriere della Sera / Esteri _ articolo di Silvia Turin