Comunicato Stampa sulla vicenda Pippo Baudo - Via
Rasella
“L’ANPI Nazionale ritiene indispensabile
che vengano effettuati un preciso chiarimento e una reale precisazione dei
fatti nel corso della stessa trasmissione o in qualsiasi altra forma
pubblica, per ristabilire la verità. In caso contrario, l’ANPI si riserverà
di esperire ogni necessaria azione a tutela dell’immagine e dell’onore dei
partigiani, come espressamente richiesto e previsto dal suo
Statuto"
Abbiamo appreso, con
sdegno, quanto è stato detto - a proposito di via Rasella e delle Fosse
Ardeatine - nel corso della trasmissione di lunedì 8 luglio su Rai 3, in prima
serata, nel programma “Il viaggio”, condotto da Pippo Baudo; ed abbiamo
apprezzato il pronto intervento dell’ANPI di Roma, con esatte puntualizzazioni.
I tentativi del conduttore
Pippo Baudo, pubblicati sulla stampa nazionale, di attenuare e
“chiarire” sono stati, in un certo senso, peggiori del male, perché alla fine si è avallata
ancora la tesi della responsabilità dei partigiani per quanto è avvenuto, a
Roma, in quel tragico marzo del 1944, insistendo nella deformazione dei
fatti e nella formulazione di
giudizi oltraggiosi e sommari.
L’ANPI Nazionale tiene a
ricordare agli ignari e a coloro che vogliono dimenticare o deformare la realtà:
che l’azione condotta dai partigiani (fra cui Bentivegna e Capponi) è
stata riconosciuta come “legittima azione di guerra” da due sentenze della
Cassazione, pronunciate rispettivamente in sede penale e civile; che da tutti
gli atti dei processi risulta con chiarezza che non ci fu nessun avvertimento
preventivo, né fu offerta alcuna possibilità per i partigiani di
assumersi la responsabilità di
salvare vite umane, per la semplice ragione che – invece – i comandi tedeschi
decisero di comunicare la notizia dell’eccidio alle Fosse Ardeatine solo dopo
l’esecuzione; che i Gap che operarono dopo l’8 settembre, erano “gruppi
d’azione patriottica” e non possono essere confusi con i “gruppi armati
proletari”, costituiti dai terroristi molti anni dopo; che infine Bentivegna non
è mai stato parlamentare, mentre è assolutamente pacifico che a lui fu assegnata
una medaglia d’argento ed alla Capponi una medaglia d’oro proprio per le azioni
compiute nella Resistenza, a Roma e
altrove; che, infine, alcune delle affermazioni effettuate nel corso della
trasmissione anche dal Direttore del Mausoleo delle Fosse Ardeatine sono state
definite “false” da una sentenza del 2007 della Corte di Cassazione.
L’ANPI Nazionale ritiene indispensabile che vengano effettuati un
preciso chiarimento e una reale precisazione dei fatti nel corso della stessa
trasmissione o in qualsiasi altra forma pubblica, per ristabilire la verità. A
questo fine formula una precisa richiesta
indirizzata non solo ai protagonisti della recente vicenda, ma anche al
Presidente e al Direttore generale della Rai; richiesta che sarà proposta anche
in modo formale, riservandosi l’ANPI – in caso contrario – di esperire ogni
necessaria azione a tutela dell’immagine e dell’onore dei partigiani, come
espressamente richiesto e previsto dallo Statuto dell’Associazione. Non
può, non deve essere consentito, infatti, di infangare l’onore e l’immagine di
partigiani combattenti, il cui contributo alla lotta di Liberazione è stato
ampiamente e definitivamente riconosciuto, al di là di ogni mistificazione e di
ogni strumentalizzazione.
LA SEGRETERIA
NAZIONALE ANPI
Roma, 12 luglio
2013
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