L’ex Kommandatur oggi e in una foto del 1942 con gli ufficiali delle SS (Ap)
La
vendita all’asta da parte delle Ferrovie polacche di quel che rimane di
una parte del campo di sterminio nazista di Belzec, dove furono uccisi
centinaia di migliaia di uomini, in massima parte ebrei, è stata
bloccata. La data era fissata per il 22 giugno prossimo: a 39mila euro
sarebbe stato proposto al miglior offerente l’ex Kommandantur, il luogo
da cui le SS gestivano l’organizzazione quotidiana del campo.
Annullata la gara lunedì
In
una nota invece le stesse Ferrovie, PKP S.A., scrivono di aver
annullato la gara lunedì «per mancanza di interesse. In accordo con il
Museo di Stato di Majdanek e il comune di Belzec che penseranno ad una
nuova destinazione d’uso per l’immobile in oggetto». Katarzyna
Mazurkiewicz, portavoce delle Ferrovie, ha dichiarato che «PKP si
impegneranno garantire che le proprietà che hanno un valore storico,
vengano trasferite ai governi locali gratuitamente. Faremo ogni sforzo
perché l’ex Kommandantur passi a un Museo o una Fondazione in conformità
con la legge», ha concluso il funzionario.
Il successo della mobilitazione
La mobilitazione per salvare l’edificio ha avuto successo: lo stesso Corriere.it aveva dato notizia dell’asta e raccolto l’appello dell’ANED,
l’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti: «Facciamo
appello all’Unione Europea e in particolare a Federica Mogherini, Alto
rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di
sicurezza, perché sia impedito lo smantellamento di questo luogo di
memoria». L’ANED ora commenta a caldo: «A tutti coloro che si sono
mobilitati per la positiva conclusione di questa incresciosa vicenda va
il pensiero grato degli ex-deportati nel lager nazisti. Questa è
l’occasione per ribadire alle istituzioni internazionali, europee e
mondiali, che quei luoghi di dolore nei quali si è consumato lo
sterminio nazista siano tutelati dall’Unesco come ‘Patrimonio
dell’Umanità’».
Anche la Fondazione tedesca “Bildungswerk Stanislaw Hantz e.V.” aveva organizzato una raccolta pubblica di fondi online per salvare e restaurare l’ex Kommandantur, ma non può acquisirne la proprietà per “ragioni formali”.
Anche la Fondazione tedesca “Bildungswerk Stanislaw Hantz e.V.” aveva organizzato una raccolta pubblica di fondi online per salvare e restaurare l’ex Kommandantur, ma non può acquisirne la proprietà per “ragioni formali”.
La storia del campo di sterminio
L’area
del lager di Belzec fa parte del Memoriale di Majdanek. L’ex
Kommandantur in questione non era interna al campo, ma subito
all’esterno ed era la casa dove abitava il comandante e il luogo da cui
le SS gestivano l’organizzazione quotidiana.
Aperto nel 1942, Belzec è il secondo campo di sterminio dei nazisti, dopo quello di Chelmno. Il lager di Belzec, pur essendo assai meno noto di tanti altri, fu tra i campi più micidiali dell’intero universo concentrazionario nazista come numero di vittime: 522.600 ebrei da marzo a dicembre ai quali si sommano 430 ebrei uccisi nei primi esperimenti di messa a morte e 1500 cattolici polacchi, quasi la metà rispetto al più tristemente famoso Auschwitz-Birkenau, ma in un tempo decisamente inferiore.
Fu il primo di tre famigerati campi di sterminio ad essere eretto nel profondo est nei territori occupati dai nazisti in Polonia, seguito dopo pochi mesi da Sobibór e da Treblinka, ai quali fece da modello.
Aperto nel 1942, Belzec è il secondo campo di sterminio dei nazisti, dopo quello di Chelmno. Il lager di Belzec, pur essendo assai meno noto di tanti altri, fu tra i campi più micidiali dell’intero universo concentrazionario nazista come numero di vittime: 522.600 ebrei da marzo a dicembre ai quali si sommano 430 ebrei uccisi nei primi esperimenti di messa a morte e 1500 cattolici polacchi, quasi la metà rispetto al più tristemente famoso Auschwitz-Birkenau, ma in un tempo decisamente inferiore.
Fu il primo di tre famigerati campi di sterminio ad essere eretto nel profondo est nei territori occupati dai nazisti in Polonia, seguito dopo pochi mesi da Sobibór e da Treblinka, ai quali fece da modello.
Fonte: Corriere della Sera_Esteri, articolo di Silvia Turin del 10 giugno 2015
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