A
metà degli anni ’80, non molti anni dopo la riforma penitenziaria del
’75, e a ridosso dei tempi duri delle carceri speciali, un movimento
sociale, culturale, cooperativo ha rilanciato la sfida di una società in
cui il carcere fosse davvero misura estrema. Una società con meno
carcere e più territorio, con meno reclusione e più alternative alla
detenzione, una società con meno carcere perché non vendicativa e capace
di includere. Cosa vuol dire – cosa potrebbe voler dire - oggi, 30 anni dopo, “liberarsi dalla necessità del carcere”? Come è cambiato il contesto, la società, la cultura della pena? E cosa sta facendo chi per questa liberazione lavora?
Mercoledì 5 ottobre ore 21 - Casa del Quartiere Vallette
piazza E. Montale 18 -Torino
Ne parlano
Stefano Anastasia (Società
della Ragione), tra gli autori del libro Abolire il carcere: Una ragionevole proposta per la sicurezza dei cittadini
Franco Corleone (Garante detenuti Toscana), tra i promotori della campagna Stop OPG e Commissario unico per il superamento degli OPG
Amedeo Cottino (giurista), autore di C'è chi dice no
Maria Grazia Giannichedda (Fondazione Basaglia), tra i protagonisti dell'esperienza di Liberarsi dalla necessità del carcere
Livio Pepino (giurista), autore del libro Forti con i deboli
Sergio Segio (Nessuno
tocchi Caino), tra i promotori della campagna contro l'ergastolo
Coordina Giovanni Torrente (Antigone)
L'incontro è organizzato da Sapereplurale nell'ambito di L'altro quartiere. Per una cultura democratica del carcere e della pena - Progetto Liberi Quartieri
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