lunedì 27 novembre 2017

Viaggio nella Memoria_Giorno della Memoria 2018

Centro Studi Cultura e Società e Associazione Culturale Gli Argonauti

In collaborazione con Associazione Culturale Le Oasi e A.N.E.D. (Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti) Sezione di Torino Ferruccio Maruffi
Patrocinio di Regione Piemonte, Città Metropolitana e Comune di Torino: Circoscrizione 3 

PRESENTANO
VIAGGIO NELLA MEMORIA

Sabato 27 gennaio 2018 ore 21,00
c/o il salone della Palazzina ex Venchi Unica
in via De Sanctis 12 - Torino




Introduzione
Ernesto Vidotto (Coordinatore Centro Studi Cultura e Società).

Saluto delle Autorità presenti

Il significato del Giorno della Memoria
Susanna Maruffi (Presidente dell’Aned Sezione Ferruccio Maruffi di Torino, figlia del deportato Ferruccio Maruffi).

Il viaggio nella Memoria
Rappresentazione della Compagnia degli Argonauti
Con Alessandra Gorga, Danilo Torrito, Andrea Battistone, Federica Gibilisco
Regia di Alessandra Gorga

Evocare la shoah non è facile, tutto è già stato scritto, detto, fotografato. Eppure in
questo spettacolo gli attori cercano di restituire, in uno spazio limitato, l’assurdità
delle regole razziali, lo sgomento della deportazione, l’orrore dei campi di sterminio,
utilizzando però strade meno battute: la poesia, la musica, la danza.
Sul palco, un grande ammasso di fogli di giornale accartocciati separa due figure
umane, immobili in un’azione abituale.
Riflettori accesi e musica in sottofondo. Poi tutto si anima. Voci, gesti, luci e suoni
sorprendono e muovono l’animo.
Le testimonianze sono quelle meno note di donne e bambini, mescolate con le voci di
poeti, figli di popoli perseguitati. I corpi sono muri, appoggi, divisori, la danza è
parola, sentimento: urla il dolore della separazione, sorride al crollare delle barriere.
Le luci tingono di rosso i movimenti, riducono in frammenti il racconto della morte: è
un suono ritmato che ci guida fino alla porta delle camere a gas, dove le voci si
disperdono come le vite di chi non esiste più.
La commistione di parola, danza, musica, canto, fa sì che il messaggio arrivi forte ma
non irruente, lento ma efficace.
La scena finale ci riporta a una normalità ritrovata, a una voglia di vivere e di guardare
avanti, senza dimenticare il passato, perché “se accendono le stelle vuol dire che
qualcuno ne ha bisogno”…

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