Il 9 Novembre 1989, il Muro di Berlino, eretto in una notte tra il
12 e il 13 agosto del 1961, in una notte veniva abbattuto,cancellando il
simbolo di un mondo spaccato a metà, in due blocchi: i regimi comunisti
a Est e i paesi democratici a Ovest.
La sera del 9 novembre, i
berlinesi dell'est forzarono il passaggio attraverso il muro che, per
ventotto anni, contrappose due modelli di vita diametralmente contrari:
una città viva, libera e consumista a ovest, una città tetra e oppressa a
est.
Le guardie al checkpoint di Bornholmer Strasse furono le prime a
cedere alla pressione della masse aprendo la barriera. Non venne sparato
un solo colpo e poco dopo la mezzanotte tutti i valichi furono aperti:
il Muro, ufficialmente chiamato “
antifaschistischer Schutzwall”, la
“
barriera di protezione antifascista
”, aveva cessato di dividere in due la città.Tra
Berlino Ovest e Berlino Est la frontiera era fortificata da due muri
paralleli di cemento armato, separati da una cosiddetta "striscia della
morte" larga alcune decine di metri. Molti persero la vita mentre
cercavano di superare il muro verso Berlino Ovest. Berlino e il Muro
rappresentarono una simbiosi durata quasi tre decenni, che plasmò
profondamente l’immagine della città. Impossibile, ancora oggi,
camminare lungo le sue strade e non respirare ad ogni passo la
presenza-assenza di quella linea di mattoni che l’ha spaccata in due e
ha travolto il destino dei suoi abitanti.Fino alla fine degli anni
ottanta le cose sembravano chiare. il mondo era diviso in due:
l’occidente e gli Stati Uniti da un lato, il blocco comunista
dall'altro. Ma il 1989 colse tutti di sorpresa. In pochi mesi, si
dovettero ridisegnare le carte geografiche e i confini mentali. E si
salutò con gioia la riunificazione dell'Europa. Dopo una parentesi lunga
decenni , rinasceva la democrazia, cadeva il muro e la cortina di ferro
veniva smantellata.
Era davvero la fine del vecchio mondo. Sono passati
25 anni, un quarto di secolo dalla magica atmosfera che accompagnava
l'ondata di folla sul ponte di Bornholmer Strasse nella Berlino di quei
giorni. Migliaia di coppie, di famiglie con bambini e zaini in spalla,
tenendo in mano la pianta di Berlino Ovest come fosse una bussola, si
guardavano attorno come ipnotizzate . E attorno al muro che si
sgretolava sotto i colpi di piccone ragazzi cantavano l’inno pacifista
di John Lennon «All we are saying is give peace a chance» (Tutto quello
che stiamo dicendo è date una possibilità alla pace).
Ora, per
celebrare l’avvenimento, nel weekend tra il 7 e il 9 novembre 2014, un
paio di giorni prima dell'anniversario, verrà accesa un'installazione
luminosa, “Lichtgrenze” (confine di luce) composta da ottomila
palloncini. Una linea di luce che seguirà il percorso del muro di
Berlino per una lunghezza totale di 15 chilometri. L'iniziativa,
organizzata da Kulturprojekte Berlin, evoca le candele che migliaia di
manifestanti della Germania dell'Est portarono in corteo durante le
manifestazioni pacifiche dell'ottobre del 1989 che culminarono, un mese
più tardi, nella caduta del muro.
La sera del 9 novembre, in una grande
cerimonia, i palloncini verranno liberati nel cielo di Berlino portando
con sé dei messaggi , mentre Daniel Barenboim dirigerà la Staatskapelle
di Berlino in un concerto alla Porta di Brandeburgo, rievocando il
grande violoncellista Mstislav Rostropovich che 25 anni fa eseguiva le
suites di Bach mentre il muro cadeva sotto i colpi di piccone. Ma,
celebrazioni a parte, a distanza di anni va anche detto che le
differenze tra est e ovest sono rimaste. E non si limitano al piano
economico e sociale, ma riguardano anche il giudizio espresso da una
parte e dall'altra sul processo di riunificazione: positivo nel 75 per
cento dei casi ad est, solo nel 48 per cento ad ovest secondo un
sondaggio recente. Per un quarto dei tedeschi dell'ovest si è trattato
perlopiù di un inconveniente, un giudizio condiviso dal 15 per cento dei
loro connazionali ad est. Nella ex Repubblica democratica tedesca, i
più positivi sono i giovani di meno di 29 anni. Per il 96 per cento di
loro, la riunificazione è stata soprattutto un vantaggio. Pensiero
condiviso dal 66 per cento dei loro coetanei ad ovest. Resta, per una
parte dei mille tedeschi di età superiore ai 14 anni interpellati per il
sondaggio Infratest Dimap, un sentimento di nostalgia rispetto ad
alcune cose perse con la fine della Repubblica Democratica tedesca:
oltre i tre quarti degli interpellati tra i cittadini della ex Rdt
sostengono che il sistema scolastico è peggiorato dopo la
riunificazione.
Tra gli altri punti di forza del regime comunista
vengono citati anche il sistema sanitario, il welfare, e la parità
uomo-donna. Come dire che nel “
migliore dei mondi possibili” c’è ancora tanta fame di giustizia, equità e diritti.
Fonte: Marco Travaglini
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