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mercoledì 17 giugno 2015
lunedì 15 giugno 2015
giovedì 11 giugno 2015
Incontro con Georges Loinger_Comunità Ebraica di Torino
Il giorno 11 giugno, alle ore 18.30, si svolgerà la conferenza di Georges Loinger.
L'iniziativa si terrà presso il Centro sociale della Comunità Ebraica di Torino, in piazzetta Primo Levi.
Leggendo il suo libro “L’odissée d’un résistant. Témoignage d’un centenaire, enfant d’Alsace” (L’odissea di un resistente. Testimonianza di un centenario, figlio d’Alsazia), ho trovato la narrazione di una vita incredibile, cosi come l’hanno trovata tutti coloro che hanno conosciuto la sua storia.
Georges Loinger, è un ebreo alsaziano insignito della Legion d’honneur a titolo militare, della medaglia della Resistenza francese, della croce di guerra con palma e della medaglia d’oro del ministero francese dell’educazione nazionale.
Georges Loinger è anche autore di diversi libri, l’ultimo dei quali scritto nel 2003.
Durante la guerra, scappato da un campo di prigionia in Germania e rientrato in Francia, ha salvato oltre 1000 bambini ebrei facendoli transitare in Svizzera.
Subito terminata la guerra Georges Loinger ha partecipato alla preparazione della nave Exodus e, successivamente, ha collaborato con lo Stato di Israele fin dai primi giorni dopo la proclamazione.
Nel corso della conferenza si parlerà pure degli importanti aiuti dati dagli italiani che occupavano la parte orientale della Francia agli ebrei rifugiati in quella regione.
Georges Loinger, che compirà 105 anni nel prossimo mese di agosto, viene apposta da Parigi per incontrare gli amici torinesi.
Accogliamolo con entusiasmo e partecipiamo numerosi.
L'iniziativa si terrà presso il Centro sociale della Comunità Ebraica di Torino, in piazzetta Primo Levi.
Leggendo il suo libro “L’odissée d’un résistant. Témoignage d’un centenaire, enfant d’Alsace” (L’odissea di un resistente. Testimonianza di un centenario, figlio d’Alsazia), ho trovato la narrazione di una vita incredibile, cosi come l’hanno trovata tutti coloro che hanno conosciuto la sua storia.
Georges Loinger, è un ebreo alsaziano insignito della Legion d’honneur a titolo militare, della medaglia della Resistenza francese, della croce di guerra con palma e della medaglia d’oro del ministero francese dell’educazione nazionale.
Georges Loinger è anche autore di diversi libri, l’ultimo dei quali scritto nel 2003.
Durante la guerra, scappato da un campo di prigionia in Germania e rientrato in Francia, ha salvato oltre 1000 bambini ebrei facendoli transitare in Svizzera.
Subito terminata la guerra Georges Loinger ha partecipato alla preparazione della nave Exodus e, successivamente, ha collaborato con lo Stato di Israele fin dai primi giorni dopo la proclamazione.
Nel corso della conferenza si parlerà pure degli importanti aiuti dati dagli italiani che occupavano la parte orientale della Francia agli ebrei rifugiati in quella regione.
Georges Loinger, che compirà 105 anni nel prossimo mese di agosto, viene apposta da Parigi per incontrare gli amici torinesi.
Accogliamolo con entusiasmo e partecipiamo numerosi.
mercoledì 10 giugno 2015
Belzec e i resti dell’ex lager nazista: dopo le proteste, cancellata l’asta
L’ex Kommandatur oggi e in una foto del 1942 con gli ufficiali delle SS (Ap)
La
vendita all’asta da parte delle Ferrovie polacche di quel che rimane di
una parte del campo di sterminio nazista di Belzec, dove furono uccisi
centinaia di migliaia di uomini, in massima parte ebrei, è stata
bloccata. La data era fissata per il 22 giugno prossimo: a 39mila euro
sarebbe stato proposto al miglior offerente l’ex Kommandantur, il luogo
da cui le SS gestivano l’organizzazione quotidiana del campo.
Annullata la gara lunedì
In
una nota invece le stesse Ferrovie, PKP S.A., scrivono di aver
annullato la gara lunedì «per mancanza di interesse. In accordo con il
Museo di Stato di Majdanek e il comune di Belzec che penseranno ad una
nuova destinazione d’uso per l’immobile in oggetto». Katarzyna
Mazurkiewicz, portavoce delle Ferrovie, ha dichiarato che «PKP si
impegneranno garantire che le proprietà che hanno un valore storico,
vengano trasferite ai governi locali gratuitamente. Faremo ogni sforzo
perché l’ex Kommandantur passi a un Museo o una Fondazione in conformità
con la legge», ha concluso il funzionario.
Il successo della mobilitazione
La mobilitazione per salvare l’edificio ha avuto successo: lo stesso Corriere.it aveva dato notizia dell’asta e raccolto l’appello dell’ANED,
l’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti: «Facciamo
appello all’Unione Europea e in particolare a Federica Mogherini, Alto
rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di
sicurezza, perché sia impedito lo smantellamento di questo luogo di
memoria». L’ANED ora commenta a caldo: «A tutti coloro che si sono
mobilitati per la positiva conclusione di questa incresciosa vicenda va
il pensiero grato degli ex-deportati nel lager nazisti. Questa è
l’occasione per ribadire alle istituzioni internazionali, europee e
mondiali, che quei luoghi di dolore nei quali si è consumato lo
sterminio nazista siano tutelati dall’Unesco come ‘Patrimonio
dell’Umanità’».
Anche la Fondazione tedesca “Bildungswerk Stanislaw Hantz e.V.” aveva organizzato una raccolta pubblica di fondi online per salvare e restaurare l’ex Kommandantur, ma non può acquisirne la proprietà per “ragioni formali”.
Anche la Fondazione tedesca “Bildungswerk Stanislaw Hantz e.V.” aveva organizzato una raccolta pubblica di fondi online per salvare e restaurare l’ex Kommandantur, ma non può acquisirne la proprietà per “ragioni formali”.
La storia del campo di sterminio
L’area
del lager di Belzec fa parte del Memoriale di Majdanek. L’ex
Kommandantur in questione non era interna al campo, ma subito
all’esterno ed era la casa dove abitava il comandante e il luogo da cui
le SS gestivano l’organizzazione quotidiana.
Aperto nel 1942, Belzec è il secondo campo di sterminio dei nazisti, dopo quello di Chelmno. Il lager di Belzec, pur essendo assai meno noto di tanti altri, fu tra i campi più micidiali dell’intero universo concentrazionario nazista come numero di vittime: 522.600 ebrei da marzo a dicembre ai quali si sommano 430 ebrei uccisi nei primi esperimenti di messa a morte e 1500 cattolici polacchi, quasi la metà rispetto al più tristemente famoso Auschwitz-Birkenau, ma in un tempo decisamente inferiore.
Fu il primo di tre famigerati campi di sterminio ad essere eretto nel profondo est nei territori occupati dai nazisti in Polonia, seguito dopo pochi mesi da Sobibór e da Treblinka, ai quali fece da modello.
Aperto nel 1942, Belzec è il secondo campo di sterminio dei nazisti, dopo quello di Chelmno. Il lager di Belzec, pur essendo assai meno noto di tanti altri, fu tra i campi più micidiali dell’intero universo concentrazionario nazista come numero di vittime: 522.600 ebrei da marzo a dicembre ai quali si sommano 430 ebrei uccisi nei primi esperimenti di messa a morte e 1500 cattolici polacchi, quasi la metà rispetto al più tristemente famoso Auschwitz-Birkenau, ma in un tempo decisamente inferiore.
Fu il primo di tre famigerati campi di sterminio ad essere eretto nel profondo est nei territori occupati dai nazisti in Polonia, seguito dopo pochi mesi da Sobibór e da Treblinka, ai quali fece da modello.
Fonte: Corriere della Sera_Esteri, articolo di Silvia Turin del 10 giugno 2015
Etichette:
ANED,
Beni Culturali,
Comunicati,
Deportazione
domenica 7 giugno 2015
Appello: la Ue blocchi la vendita delle vestigia dell’ex lager nazista di Belzec
Il 22 giugno le Ferrovie Polacche metteranno in vendita a 39mila euro quel che rimane del campo di sterminio, l’ex Kommandantur. L’ANED: «Intervenga la Mogherini»
Il 22 giugno prossimo le Ferrovie Polacche metteranno in vendita quel che rimane del campo di sterminio nazista di Belzec, dove furono uccisi centinaia di migliaia di uomini, di donne e di bambini, in massima parte ebrei. Si tratta in particolare dell’ex Kommandantur, il luogo da cui le SS gestivano l’organizzazione quotidiana del campo. Sarà in vendita all’asta per 39mila euro, nonostante le richieste provenienti da diverse organizzazioni internazionali di salvare l’edificio e di affidarlo al non lontano Memoriale delle camere a gas.
L’appello dell’ANED
«La
UE blocchi la vendita delle vestigia dell’ex campo di Belzec», è
l’appello dell’ANED, che prosegue in una nota: «Gli ex deportati
italiani nei campi nazisti fanno appello all’Unione Europea e in
particolare a Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per
gli affari esteri e la politica di sicurezza, perché sia impedito lo
smantellamento di questo luogo di memoria. La Commissione europea deve
intervenire immediatamente presso il governo polacco chiedendo di
bloccare la vendita, e se necessario acquistando in prima persona, a
nome di tutti i popoli d’Europa, un edificio che conserva la storia
delle sofferenze causate dalla criminale politica di sterminio del
nazismo». L’ANED ha dichiarato la propria determinazione a partecipare
insieme ad altri all’asta del 22 giugno, stanziando fin d’ora una cifra
congrua e impegnandosi a promuovere una sottoscrizione popolare a
questo scopo.
La storia del campo di sterminio
Aperto
nel 1942, Belzec è il secondo campo di sterminio dei nazisti, dopo
quello di Chelmno. Il lager di Belzec, pur essendo assai meno noto di
tanti altri, fu tra i campi più micidiali dell’intero universo
concentrazionario nazista come numero di vittime: 522.600 ebrei da marzo
a dicembre ai quali si sommano 430 ebrei uccisi nei primi esperimenti
di messa a morte e 1500 cattolici polacchi, quasi la metà rispetto al
più tristemente famoso Auschwitz-Birkenau, ma in un tempo decisamente
inferiore.
Fu il primo di tre famigerati campi di sterminio ad essere eretto nel profondo est nei territori occupati dai nazisti in Polonia, seguito dopo pochi mesi da Sobibór e da Treblinka, ai quali fece da modello.
Fu il primo di tre famigerati campi di sterminio ad essere eretto nel profondo est nei territori occupati dai nazisti in Polonia, seguito dopo pochi mesi da Sobibór e da Treblinka, ai quali fece da modello.
L’organizzazione del lager e le camere a gas
Non vi erano selezioni per il lavoro all’arrivo, né baracche per la detenzione dei prigionieri, né immatricolazioni, salvo per quelli della manovalanza del lager e lo smaltimento dei cadaveri; questo perché a Belzec si sterminavano i deportati arrivati nelle camere a gas. Le camere a gas erano azionate con motori a monossido di carbonio. Il comandante del lager per lo sterminio usava il monossido ricavato dagli scarichi di diesel di carrarmati russi presi sul Fronte orientale. Non vi erano neanche forni crematori e i cadaveri furono sepolti in decine e decine di fosse comuni.Si calcola che solo sette prigionieri di Belzec fossero vivi alla fine del Secondo Conflitto Mondiale. Di questi sette Rudolf Reber e Chaim Hirszmann testimoniarono davanti ai giudici dei crimini commessi a Belzec.
Fonte: Corriere della Sera / Esteri _ articolo di Silvia Turin
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