Divulghiamo le ultime vicende sul Memoriale di Auschwitz pubblicate dall'ANED e dalla Fondazione memoria della deportazione il 3 settembre 2015
Il quotidiano la Repubblica ha pubblicato, nelle pagine culturali, un preoccupato intervento dello storico dell'arte Cesare De Seta a proposito delle sorti del Memoriale italiano di Auschwitz. L'ANED ha inviato al giornale una lettera di precisazione, che pubblichiamo di seguito, seguita dalle prese di posizione del sindaco di Firenze Dario Nardella e del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Questa la nota dell'ANED:
Leggiamo sulle pagine della Cultura di Repubblica il preoccupato intervento del prof. Cesare De Seta sulle sorti del Memoriale italiano ad Auschwitz, realizzato da Lodovico Belgiojoso, Primo Levi, Pupino Samonà, Nelo Risi, Luigi Nono e altri.
Poiché l'opera in questione è da sempre di proprietà dell'Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (ANED) ci sentiamo di rispondere alla preoccupazione di De Seta e di fornire qualche informazione ai lettori.
Come si ricorda nell'articolo, il Memoriale è chiuso, per decisione del Museo di Auschwitz, ormai da 4 anni. Di più: il Museo ha inviato nell'aprile 2014 un ultimatum all'ANED e al governo italiano, in cui si minacciava lo smantellamento dell'istallazione.
Di fronte a questa minaccia; di fronte al fatto che nessuno dei governi che si sono succeduti da Prodi in avanti, e che nessun ministro o partito politico rappresentato in Parlamento hanno difeso il diritto del Memoriale di rimanere nel luogo per il quale era stato progettato, l'ANED si è piegata a cercare in Italia un luogo adatto a salvare quell'opera dalla distruzione.
Dal novembre dello scorso anno questo luogo è stato individuato a Firenze. Il 20 maggio scorso Comune di Firenze, Regione Toscana, Ministero dei Beni culturali e ANED hanno sottoscritto un protocollo d'intesa che formalizza questa scelta.
Nelle prossime settimane gli esperti dell'Istituto Centrale del Restauro di Roma e dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze - le massime autorità mondiali in fatto di restauro e tutela delle opere d'arte - andranno ad Auschwitz, compiranno i necessari interventi di restauro e infine smonteranno e "impacchetteranno" l'opera, che sarà trasportata a Firenze.
Lì finalmente il Memoriale sarà rimontato e aperto al pubblico, dopo molti anni di forzata chiusura. Allora tutti potranno visitarlo e - come l'ANED ha scritto al direttore del Museo del Lager - "potranno valutare di persona l'enormità della responsabilità che il Museo di Auschwitz, sotto la sua direzione, si è voluto assumere nei confronti di quest'opera e dei suoi autori, che furono tra le menti più limpide della cultura italiana del Novecento".
Così stanno le cose. Noi apprezziamo la preoccupazione del prof. De Seta; pensiamo che la rimozione di quella installazione da Auschwitz sia una sconfitta per la cultura italiana, e in ultima istanza per il nostro paese.
Ormai però il dado è tratto. Noi speriamo che il prof. De Seta e quanti hanno fatto conoscere la propria contrarietà allo smantellamento dal Blocco 21 ora vogliano impegnarsi per illustrare e diffondere il valore di quest'opera nella sua nuova collocazione, per trasformare l'abominio della sua rimozione in una nuova occasione di visita, di studio, di valorizzazione, nel ricordo dei suoi autori.
Di seguito le note diffuse dal sindaco Nardella e dal presidente Rossi.
Il quotidiano la Repubblica ha pubblicato, nelle pagine culturali, un preoccupato intervento dello storico dell'arte Cesare De Seta a proposito delle sorti del Memoriale italiano di Auschwitz. L'ANED ha inviato al giornale una lettera di precisazione, che pubblichiamo di seguito, seguita dalle prese di posizione del sindaco di Firenze Dario Nardella e del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Questa la nota dell'ANED:
Leggiamo sulle pagine della Cultura di Repubblica il preoccupato intervento del prof. Cesare De Seta sulle sorti del Memoriale italiano ad Auschwitz, realizzato da Lodovico Belgiojoso, Primo Levi, Pupino Samonà, Nelo Risi, Luigi Nono e altri.
Poiché l'opera in questione è da sempre di proprietà dell'Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (ANED) ci sentiamo di rispondere alla preoccupazione di De Seta e di fornire qualche informazione ai lettori.
Come si ricorda nell'articolo, il Memoriale è chiuso, per decisione del Museo di Auschwitz, ormai da 4 anni. Di più: il Museo ha inviato nell'aprile 2014 un ultimatum all'ANED e al governo italiano, in cui si minacciava lo smantellamento dell'istallazione.
Di fronte a questa minaccia; di fronte al fatto che nessuno dei governi che si sono succeduti da Prodi in avanti, e che nessun ministro o partito politico rappresentato in Parlamento hanno difeso il diritto del Memoriale di rimanere nel luogo per il quale era stato progettato, l'ANED si è piegata a cercare in Italia un luogo adatto a salvare quell'opera dalla distruzione.
Dal novembre dello scorso anno questo luogo è stato individuato a Firenze. Il 20 maggio scorso Comune di Firenze, Regione Toscana, Ministero dei Beni culturali e ANED hanno sottoscritto un protocollo d'intesa che formalizza questa scelta.
Nelle prossime settimane gli esperti dell'Istituto Centrale del Restauro di Roma e dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze - le massime autorità mondiali in fatto di restauro e tutela delle opere d'arte - andranno ad Auschwitz, compiranno i necessari interventi di restauro e infine smonteranno e "impacchetteranno" l'opera, che sarà trasportata a Firenze.
Lì finalmente il Memoriale sarà rimontato e aperto al pubblico, dopo molti anni di forzata chiusura. Allora tutti potranno visitarlo e - come l'ANED ha scritto al direttore del Museo del Lager - "potranno valutare di persona l'enormità della responsabilità che il Museo di Auschwitz, sotto la sua direzione, si è voluto assumere nei confronti di quest'opera e dei suoi autori, che furono tra le menti più limpide della cultura italiana del Novecento".
Così stanno le cose. Noi apprezziamo la preoccupazione del prof. De Seta; pensiamo che la rimozione di quella installazione da Auschwitz sia una sconfitta per la cultura italiana, e in ultima istanza per il nostro paese.
Ormai però il dado è tratto. Noi speriamo che il prof. De Seta e quanti hanno fatto conoscere la propria contrarietà allo smantellamento dal Blocco 21 ora vogliano impegnarsi per illustrare e diffondere il valore di quest'opera nella sua nuova collocazione, per trasformare l'abominio della sua rimozione in una nuova occasione di visita, di studio, di valorizzazione, nel ricordo dei suoi autori.
Di seguito le note diffuse dal sindaco Nardella e dal presidente Rossi.
"Il memoriale italiano di Auschwitz è un'opera d'arte simbolo della memoria nazionale che deve essere valorizzato – è il parere del sindaco di Firenze Dario Nardella -.
Per questo, dopo lo sfratto dal Blocco 21 deciso dalla direzione del
museo polacco, abbiamo deciso insieme alla Regione Toscana e Aned, di
candidare Firenze quale sua nuova casa. Una proposta che, grazie al
Ministero dei Beni Culturali, si è concretizzata. È stata individuata la
sede, l'EX3 a Gavinana che diventerà un vero e proprio Polo della
Memoria, il cui fulcro sarà appunto il memoriale di Auschwitz e che
vedrà anche un percorso museale all'avanguardia con una sezione dedicata
al Museo della Resistenza e Liberazione. In questo modo il memoriale
diventerà un centro attivo di formazione e diffusione della conoscenza
rivolto prima di tutto ai giovani, perché la memoria è fondamentale per
trasmettere i valori alle generazioni future. Quindi non c'è nessuna
incertezza sul destino dell'opera che a Firenze non sarà solo tutelata
ma valorizzata, rinnovando quel ruolo di strumento di trasmissione della
memoria che era negli intenti dei suoi creatori"
“Abbiamo da sempre le idee chiare sul futuro del Memoriale – afferma il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi
– sulla scia delle politiche della memoria che la Toscana porta avanti
da sempre e che hanno nella creazione del Treno della memoria che ha
portato negli anni 6mila studenti ad Auschwitz: tenere accesa una luce
su quello che hanno voluto dire fascismo e nazismo e sui rischi che
ancora oggi possono minacciare le democrazie, sugli stermini e le
violenze di massa del Novecento e di oggi. Non sarà infatti 'solo' un
monumento, ma un centro attivo di formazione e diffusione della
conoscenza. Un museo non-museo, moderno e multimediale, un esercizio
antiretorico della memoria. Un monito e un inno al rispetto della
dignità dell'uomo e della sua libertà troppe volte calpestata. Uno
spazio dedicato non solo alla Shoah, ma a tutti gli stermini”.
Il memoriale - precisa una nota della Regione
- sarà smontato e portato via da Auschwitz entro le prossime settimane,
secondo l'ultima proroga in ordine di tempo concessa dalla direzione
del museo. Smontaggio, trasporto e messa in sicurezza dell'opera saranno
a cura del Ministero per i beni culturali. Un'operazione che vale da
sola diverse decine di migliaia di euro. Il Comune di Firenze metterà a
disposizione la struttura che ospiterà l'opera e assumerà la direzione
dei lavori di trasformazione dell'immobile. La Regione garantirà la
valorizzazione culturale del memoriale. L'Aned curerà la progettazione
artistica della nuova installazione, assieme all'architetto Alberico
Belgiojoso figlio e partner del progettista, e le schede, i documenti e
il percorso che lo correderanno. Un comitato storico-scientifico
presiederà alla ricontestualizzazione del Memoriale, con l'obiettivo di
inaugurarlo entro due anni.
3 settembre 2015
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