lunedì 20 ottobre 2014

9 novembre1989, sotto il cielo di Berlino

Il 9 Novembre 1989, il Muro di Berlino, eretto in una notte tra il 12 e il 13 agosto del 1961, in una notte veniva abbattuto,cancellando il simbolo di un mondo spaccato a metà, in due blocchi: i regimi comunisti a Est e i paesi democratici a Ovest. 
La sera del 9 novembre, i berlinesi dell'est forzarono il passaggio attraverso il muro che, per ventotto anni, contrappose due modelli di vita diametralmente contrari: una città viva, libera e consumista a ovest, una città tetra e oppressa a est. 
Le guardie al checkpoint di Bornholmer Strasse furono le prime a cedere alla pressione della masse aprendo la barriera. Non venne sparato un solo colpo e poco dopo la mezzanotte tutti i valichi furono aperti: il Muro, ufficialmente chiamato “ antifaschistischer Schutzwall”, la barriera di protezione antifascista ”, aveva cessato di dividere in due la città.Tra Berlino Ovest e Berlino Est la frontiera era fortificata da due muri paralleli di cemento armato, separati da una cosiddetta "striscia della morte" larga alcune decine di metri. Molti persero la vita mentre cercavano di superare il muro verso Berlino Ovest. Berlino e il Muro rappresentarono una simbiosi durata quasi tre decenni, che plasmò profondamente l’immagine della città. Impossibile, ancora oggi, camminare lungo le sue strade e non respirare ad ogni passo la presenza-assenza di quella linea di mattoni che l’ha spaccata in due e ha travolto il destino dei suoi abitanti.Fino alla fine degli anni ottanta le cose sembravano chiare. il mondo era diviso in due: l’occidente e gli Stati Uniti da un lato, il blocco comunista dall'altro. Ma il 1989 colse tutti di sorpresa. In pochi mesi, si dovettero ridisegnare le carte geografiche e i confini mentali. E si salutò con gioia la riunificazione dell'Europa. Dopo una parentesi lunga decenni , rinasceva la democrazia, cadeva il muro e la cortina di ferro veniva smantellata. 
Era davvero la fine del vecchio mondo. Sono passati 25 anni, un  quarto di secolo dalla magica atmosfera che accompagnava l'ondata di folla sul ponte di Bornholmer Strasse nella Berlino di quei giorni. Migliaia di coppie, di famiglie con bambini e zaini in spalla, tenendo in mano  la pianta di Berlino Ovest come fosse una bussola, si guardavano attorno  come ipnotizzate . E attorno al muro che si sgretolava sotto i colpi di piccone ragazzi cantavano l’inno pacifista di John Lennon  «All we are saying is give peace a chance» (Tutto quello che stiamo dicendo è date una possibilità alla pace). 
Ora, per celebrare l’avvenimento, nel weekend tra il 7 e il 9 novembre 2014, un paio di giorni prima dell'anniversario, verrà accesa un'installazione luminosa, “Lichtgrenze” (confine di luce) composta da ottomila palloncini. Una linea di luce che seguirà il percorso del muro di Berlino per una lunghezza totale di 15 chilometri. L'iniziativa, organizzata da Kulturprojekte Berlin, evoca le candele che migliaia di manifestanti della Germania dell'Est portarono in corteo durante le manifestazioni pacifiche dell'ottobre del 1989 che culminarono, un mese più tardi, nella caduta del muro. 
La sera del 9 novembre, in una grande cerimonia, i palloncini verranno liberati nel cielo di Berlino portando con sé  dei messaggi , mentre Daniel Barenboim dirigerà la Staatskapelle di Berlino in un concerto alla Porta di Brandeburgo, rievocando il grande violoncellista Mstislav Rostropovich che 25 anni fa eseguiva le suites di Bach mentre il muro cadeva sotto i colpi di piccone. Ma, celebrazioni a parte, a distanza di anni va anche detto che le differenze tra est e ovest sono rimaste. E non si limitano al piano economico e sociale, ma riguardano anche il giudizio espresso da una parte e dall'altra sul processo di riunificazione: positivo nel 75 per cento dei casi ad est, solo nel 48 per cento ad ovest secondo un sondaggio recente. Per un quarto dei tedeschi dell'ovest si è trattato perlopiù di un inconveniente, un giudizio condiviso dal 15 per cento dei loro connazionali ad est. Nella ex Repubblica democratica tedesca, i più positivi sono i giovani di meno di 29 anni. Per il 96 per cento di loro, la riunificazione è stata soprattutto un vantaggio. Pensiero condiviso dal 66 per cento dei loro coetanei ad ovest. Resta, per una parte dei mille tedeschi di età superiore ai 14 anni interpellati per il sondaggio Infratest Dimap, un sentimento di nostalgia rispetto ad alcune cose perse con la fine della Repubblica Democratica tedesca: oltre i tre quarti degli interpellati tra i cittadini della ex Rdt sostengono che il sistema scolastico è peggiorato dopo la riunificazione. 
Tra gli altri punti di forza del regime comunista vengono citati anche il sistema sanitario, il welfare, e la parità uomo-donna. Come dire che nel  “ migliore dei mondi possibili” c’è ancora tanta fame di giustizia, equità e diritti. 

Fonte:  Marco Travaglini

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