domenica 7 giugno 2015

Appello: la Ue blocchi la vendita delle vestigia dell’ex lager nazista di Belzec

Il 22 giugno le Ferrovie Polacche metteranno in vendita a 39mila euro quel che rimane del campo di sterminio, l’ex Kommandantur. L’ANED: «Intervenga la Mogherini»

Il 22 giugno prossimo le Ferrovie Polacche metteranno in vendita quel che rimane del campo di sterminio nazista di Belzec, dove furono uccisi centinaia di migliaia di uomini, di donne e di bambini, in massima parte ebrei. Si tratta in particolare dell’ex Kommandantur, il luogo da cui le SS gestivano l’organizzazione quotidiana del campo. Sarà in vendita all’asta per 39mila euro, nonostante le richieste provenienti da diverse organizzazioni internazionali di salvare l’edificio e di affidarlo al non lontano Memoriale delle camere a gas.

L’appello dell’ANED
«La UE blocchi la vendita delle vestigia dell’ex campo di Belzec», è l’appello dell’ANED, che prosegue in una nota: «Gli ex deportati italiani nei campi nazisti fanno appello all’Unione Europea e in particolare a Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, perché sia impedito lo smantellamento di questo luogo di memoria. La Commissione europea deve intervenire immediatamente presso il governo polacco chiedendo di bloccare la vendita, e se necessario acquistando in prima persona, a nome di tutti i popoli d’Europa, un edificio che conserva la storia delle sofferenze causate dalla criminale politica di sterminio del nazismo». L’ANED ha dichiarato la propria determinazione a partecipare insieme ad altri all’asta del 22 giugno, stanziando fin d’ora una cifra congrua e impegnandosi a promuovere una sottoscrizione popolare a questo scopo.
L’ex Kommandantur oggi dal sito crowdfunding per la sua salvaguardia
L’ex Kommandantur oggi dal sito crowdfunding per la sua salvaguardia

La storia del campo di sterminio
Aperto nel 1942, Belzec è il secondo campo di sterminio dei nazisti, dopo quello di Chelmno. Il lager di Belzec, pur essendo assai meno noto di tanti altri, fu tra i campi più micidiali dell’intero universo concentrazionario nazista come numero di vittime: 522.600 ebrei da marzo a dicembre ai quali si sommano 430 ebrei uccisi nei primi esperimenti di messa a morte e 1500 cattolici polacchi, quasi la metà rispetto al più tristemente famoso Auschwitz-Birkenau, ma in un tempo decisamente inferiore.
Fu il primo di tre famigerati campi di sterminio ad essere eretto nel profondo est nei territori occupati dai nazisti in Polonia, seguito dopo pochi mesi da Sobibór e da Treblinka, ai quali fece da modello.
L’organizzazione del lager e le camere a gas
Non vi erano selezioni per il lavoro all’arrivo, né baracche per la detenzione dei prigionieri, né immatricolazioni, salvo per quelli della manovalanza del lager e lo smaltimento dei cadaveri; questo perché a Belzec si sterminavano i deportati arrivati nelle camere a gas. Le camere a gas erano azionate con motori a monossido di carbonio. Il comandante del lager per lo sterminio usava il monossido ricavato dagli scarichi di diesel di carrarmati russi presi sul Fronte orientale. Non vi erano neanche forni crematori e i cadaveri furono sepolti in decine e decine di fosse comuni.
Si calcola che solo sette prigionieri di Belzec fossero vivi alla fine del Secondo Conflitto Mondiale. Di questi sette Rudolf Reber e Chaim Hirszmann testimoniarono davanti ai giudici dei crimini commessi a Belzec.

 Fonte: Corriere della Sera / Esteri _ articolo di Silvia Turin

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